June 28, 2016

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NAPOLI  –  HOYO DE MONTERREY

Questo matrimonio s’ha da fare

Vi chiederete perché accostare Napoli al marchio Hoyo de Monterrey – beh è presto detto, ma per comprendere meglio il senso è necessario introdurre alcuni cenni storici che coinvolgono questi due prestigiosi “brand” perché è di questo che si tratta.

Come tutti noi sappiamo, c’è una grande affinità tra Napoli e l’isola di Cuba, grazie alla dominazione spagnola con il Vicereame prima e con il regno Borbonico dopo. Chi ha visitato l’Havana, in particolare l’Havana Vieja, non può fare a meno di paragonarlo al nostro Centro Storico sia per l’architettura piuttosto che l’urbanistica, sia per la gente <l’alma de Cuba el mismo de l’alma de Napoles>.

Le affinità tra Napoli e Cuba sono tante ma veniamo al punto storico.

comune-di-napoliTutto inizia grazie al Re Ferdinando VII di Spagna che nel 1817 sospendendo il Reale Monopolio Spagnolo incoraggiò il libero mercato per il pregiato tabacco cubano, dando così vita ad una produzione indipendente sull’Isla Grande. Infatti, nel 1831 uno spagnolo di Tarragona, nella Catalogna, di nome José Gener y Batet emigrò a Cuba per lavorare nella piantagione di suo zio nella zona della Vuelta Abajo, aveva 13 anni. Nel 1851, con soldi presi in prestito da uno zio, fondò una fabbrica di sigari a La Havana e iniziò la produzione della marca de La Escepción (il cui errore grammaticale è famosissimo, si sarebbe dovuto scrivere La Excepcion), famoso è anche l’episodio della cacciata, in malo modo, di un impiegato che fece notare la cosa.

Nel 1865, acquistò la vega Hoyo de Monterrey nella Vuelta Abajo, oggi Vega Finas de Primera e creò la marca omonima. Attenzione, in quel periodo accaddero eventi di straordinaria rilevanza – nel 1850 i proprietari indipendentisti fecero arrivare a L’ Havana Giuseppe Garibaldi per avere consigli su come progettare una Cuba-Libre, nel 1853 nacque colui che fu poeta ed eroe indipendentista José Juliàn Martì. In Italia, ormai da 4 anni era stato costituito il Regno d’Italia. E’ strano come il Garibaldi da una parte consigliava l’indipendenza, una Cuba-Libre, dall’altra consigliava a un altro Regno di appropriarsi di terre e di una cultura seppur contro la volontà del popolo.

hoyo1Ma torniamo a José Gener – un uomo scaltro e intelligentissimo dal punto di vista commerciale, ad un certo punto per  affrancarsi dallo zio falsificò dei documenti e con simile tecnica fece divenire i fratelli, che erano comproprietari, degli impiegati.
In breve tempo la marca divenne famosissima, specialmente in Inghilterra e la fabbrica di José Gener divenne una delle più grandi di Cuba. Per ottenere le grazie della corona spagnola divenne capitano dei volontari che avevano il compito di soffocare ogni accenno di rivolta da parte di cubani. Fu costretto a scappare in Spagna nel 1895 dove nel 1900, morì e la figlia Lutgarda prese in carico la gestione delle attività di quella che allora era la più grande fabbrica a Cuba, con non meno di 350 impiegati ed una produzione di 50 milioni di sigari l’anno. La figlia volle i funerali del padre anche a Cuba, ma il corteo fu interrotto più volte da sassaiole.

Nel 1931, la famiglia Gener cedette l’azienda per dedicarsi alla produzione di canna da zucchero. La Hoyo de Monterrey e La Escepción furono vendute alla Fernández Palicio y Cía (con sede al 7 Màximo Gòmez Palicio), già proprietari di Punch e Belinda.
 Ramon Fernandez morì nel 1948 e Fernandez Palicio divenne unico proprietario della compagnia.

Per la serie HdM Châteaux Zino Davidoff disse:
 <Io creai gli Châteaux nel 1946, una innovazione straordinaria. Vennero a trovarmi a Ginevra, mi conoscevano da quando andai a Cuba, a La Havana. Avevo aperto il negozio a Ginevra, mi dissero che la guerra aveva creato molti problemi, non erano più in grado di esportare, volevano ricominciare e non sapevano come. L’idea mi venne in un ristorante francese mentre stavo guardando la lista dei vini e pensai: Se la Francia ha i suoi grandi cru perchè non dovrebbe l’Havana?>

hoyo2Quindi, verso il 1946 nasce le serie degli Châteaux. La richiesta venne dal distributore svizzero A. Dürr Co. (sotto consiglio di Zino Davidoff) e distribuita dalla Dürr in Svizzera (reperibile nel negozio di Davidoff a Ginevra). Nello stesso periodo alla produzione ordinaria fu aggiunta la serie Le Hoyo, che conteneva gli stessi moduli della serie Châteaux.

Subito dopo la guerra Dürr, Davidoff e l’agente inglese della Hoyo de Monterrey, Tobacco Torceido Trade Limited di London (non più esistente), si incontrarono e decisero di iniziare con la serie Châteaux. Nel 1969 la Hoyo de Monterrey cessò la produzione della linea Châteaux che confluì nella neonata marca Davidoff. In questa occasione alla famiglia degli Hoyo si aggiunse Le Hoyo du Dauphin – Laguito No.2 – (Vitola nata proprio nel 1969). Nel 1958 la HdM copriva il 13% dei sigari Havana esportati.

hoyo3Curiosità.

Con anilla HdM esistono due sigari, di diverse dimensioni, con la VDS Lusitania. Il primo è stato inserito nel “Siglo XXI Millennium Commemorative Humidor” del 1999, con dimensioni 50 – 184. Il secondo è stato prodotto nel 2003 come Serie Libri, dimensioni 49 – 194.

Negli anni ’60 cominciò la produzione di un Julieta 2 con VdS Concorde. Si narra che venisse offerto solo su voli di linea del tristemente noto aereo supersonico. Uscì di produzione negli anni ’80.

Perché questo connubio tra Napoli e Hoyo de Monterrey

Come abbiamo letto, il brand Hoyo de Monterrey rappresenta non solo l’eleganza, la cultura del tabacco cubano e l’estrema qualità nella manifattura stessa, ma oggi, con la serie Le Hoyo, lo stesso brand è tornato a proporre un concetto di rivalutazione e promozione territoriale, incentivando la filiera corta dando così il giusto valore alla qualità proveniente dai campi; produzione e trasformazione per la realizzazione dei sigari Hoyo de Monterrey, in particolare la serie Le Hoyo. Infatti, le foglie che compongono la tripa sono prodotte e curate nella stessa finca Hoyo de Monterrey a San Juan y Martìnez nel cuore della Vuelta Abajo.

In conclusione, l’eleganza, la nobiltà e la qualità espressa da questi meravigliosi sigari si accosta e si sposa in maniera eccelsa con quanto Napoli sta conducendo da anni per la promozione dei propri prodotti valorizzandone il territorio, con maggior successo proprio nel campo dell’agricoltura e dell’enogastronomia.

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E’ questo il concetto che ci ha indotto a legare la città di Napoli a un brand come Hoyo de Monterrey – LA STORIA – LA QUALITA’ – L’ELEGANZA – LA NOBILTA’ tutto racchiuso nella valorizzazione del territorio…ed è questa la nostra Mission!

Antonio Peraino

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Ancora qualche curiosita’ sul concept del nostro logo a cura di Francesco Maria Galletto.

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Si ricorda inoltre che secondo l’articolo 46 L.29/12/1990 il fumo nuoce gravemente alla salute.